Richiedere un mutuo oggi, espone l’aspirante debitore a due pericoli. Il primo, è relativo alla probabilità di indebitarsi per 20 o 30 anni a parametri di maggiorazione (spread) elevatissimi, pari a 4 o 5 punti percentuali, o oltre). Il secondo è invece relativo al periodo di subire incrementi dei parametri di riferimento dell’indicizzazione, con conseguente aumento dell’importo delle rate nel breve termine.
Per comprendere quanto siano fondati i timori di una impennata del costo dei mutui, partiamo da una base di avvio piuttosto certa: oggi, i mutui a tasso di interesse variabile più convenienti non scendono al di sotto del 4,5%, mentre quelli fissi si aggirano intorno al 6%. A prima vista, pertanto, i tassi di interesse variabili possono essere considerati abbordabili per un’operazione sul lungo termine.
La “trappola” è tuttavia rappresentata dalla composizione del tasso: a fronte di un parametro di riferimento dell’indicizzazione molto contenuto (l’Euribor oscilla tra lo 0,75% a un mese e 1,15% a tre mesi), le banche applicano spread piuttosto elevati. Pertanto, in caso di incremento (presumibile e probabile) dei parametri di indicizzazione nel medio termine, i tassi di interesse applicati al capitale oggetto di mutuo potrebbero crescere di una notevole entità, tale da pregiudicare l’equilibrio economico finanziario della clientela bancaria mutuataria.
Se l’Euribor dovesse, ad esempio, salire al 3%, significherebbe dover far fronte a una rata più cara di 150 euro per un prestito di 100 mila euro a 20. Nel caso di un’impennata di 3 punti percentuali, la rata diventerebbe più cara di 240 euro. Considerando che l’Euribor ha toccato anche i 5,55 punti percentuali (ovvero, il 4,40% in più rispetto ad oggi), lasciamo a voi le debite considerazioni.
A commentare lo scenario è Roberto Anedda, vicepresidente di Mutui Online: “L’innalzamento spread è un’operazione che nasconde la volontà di non concedere finanziamenti in questa fase in cui il costo di raccolta è alle stelle: le banche sanno benissimo che se anche un cliente accettasse uno spread al 4 o al 5% non appena le condizioni del credito migliorassero surrogherebbe il mutuo”.
L’unico lato positivo della vicenda è la possibilità di usufruire della moratoria Abi-consumatori, prorogata. Il debitore può – in altri termini – ottenere la sospensione dei pagamenti per 12 mesi, con allungamento proporzionale del piano di ammortamento. Per avere diritto alla moratoria, è necessario ad ogni modo dimostrare che un familiare percettore di reddito sia deceduto, o diventato inabile, o che lo stesso sia diventato inabile.
Per comprendere quanto siano fondati i timori di una impennata del costo dei mutui, partiamo da una base di avvio piuttosto certa: oggi, i mutui a tasso di interesse variabile più convenienti non scendono al di sotto del 4,5%, mentre quelli fissi si aggirano intorno al 6%. A prima vista, pertanto, i tassi di interesse variabili possono essere considerati abbordabili per un’operazione sul lungo termine.
La “trappola” è tuttavia rappresentata dalla composizione del tasso: a fronte di un parametro di riferimento dell’indicizzazione molto contenuto (l’Euribor oscilla tra lo 0,75% a un mese e 1,15% a tre mesi), le banche applicano spread piuttosto elevati. Pertanto, in caso di incremento (presumibile e probabile) dei parametri di indicizzazione nel medio termine, i tassi di interesse applicati al capitale oggetto di mutuo potrebbero crescere di una notevole entità, tale da pregiudicare l’equilibrio economico finanziario della clientela bancaria mutuataria.
Se l’Euribor dovesse, ad esempio, salire al 3%, significherebbe dover far fronte a una rata più cara di 150 euro per un prestito di 100 mila euro a 20. Nel caso di un’impennata di 3 punti percentuali, la rata diventerebbe più cara di 240 euro. Considerando che l’Euribor ha toccato anche i 5,55 punti percentuali (ovvero, il 4,40% in più rispetto ad oggi), lasciamo a voi le debite considerazioni.
A commentare lo scenario è Roberto Anedda, vicepresidente di Mutui Online: “L’innalzamento spread è un’operazione che nasconde la volontà di non concedere finanziamenti in questa fase in cui il costo di raccolta è alle stelle: le banche sanno benissimo che se anche un cliente accettasse uno spread al 4 o al 5% non appena le condizioni del credito migliorassero surrogherebbe il mutuo”.
L’unico lato positivo della vicenda è la possibilità di usufruire della moratoria Abi-consumatori, prorogata. Il debitore può – in altri termini – ottenere la sospensione dei pagamenti per 12 mesi, con allungamento proporzionale del piano di ammortamento. Per avere diritto alla moratoria, è necessario ad ogni modo dimostrare che un familiare percettore di reddito sia deceduto, o diventato inabile, o che lo stesso sia diventato inabile.